domenica 8 giugno 2014

La caduta di Bisanzio (con la collaborazione storiografica di mio figlio Giuseppe)




Bisanzio, inizialmente una colonia greca conquistata dai Romani all’epoca di Silla nel I Secolo A.C., fu rinominata Costantinopoli, in onore di Costantino, che inizialmente la rinomino “Nova Roma ”, ma presto ribattezzata Costantinopoli

La ricca città, divenne centro cruciale dell’Impero Romano d’Oriente, e perse la denominazione di “Bisanzio”. 


Tintoretto  La caduta di Costantinopoli



Tuttavia il termine bizantino conservò il suo significato relativamente alla sua arte, alla sua storia, ma anche sinonimo del suo declino. Infatti la parola bizantinismo, si riallaccia non solo alla cultura di quella città, ma anche ai suoi parossismi. La corte di Bisanzio, con gli Arabi alle porte, si perdeva in inutili dissertazioni di carattere religioso, invece di preparare la propria difesa. Altri tempi (sic).




Purtroppo ad oggi una situazione simile si sta delineando nella politica e nella vita sociale del nostro paese. Il recente scandalo dell’ Expo ha nuovamente riacceso i riflettori dell’opinione pubblica sul problema della dilagante corruzione, come scrive certo giornalismo del giorno dopo, con la scoperta dell'acqua calda.

Un po’ come negli anni passati, si è pensato di ricorrere ad una normativa di emergenza, nominare un commissario straordinario, promulgare nuove leggi, che si vanno ad assommarsi alle 150.000 già esistenti, creando un neo bizantinismo nella nostra piccola Italietta.

La normativa di emergenza è stata sempre seguita da episodi criminali e da delitti eccellenti, come il delitto di Pio La Torre, che spinse il legislatore nel 1982 a istituire la normativa sui sequestri dei patrimoni patrimoniali (Legge 646/1982) e l'inserimento del “416 bis” c.p.,  di nuovo nel 1992, quando alle efferate stragi che videro morire i giudici Falcone  e Borsellino,  si istituì la Direzione Investigativa Antimafia, e così via sino ai giorni nostri.

Nuovo giro nuova corsa, siamo arrivati all’Expo, nuovi giri di vite (a vuoto) contro la cosiddetta criminalità organizzata. Ma organizzata da chi ?
Il sistema culturale italico è imperniato sulla cultura della raccomandazione, sull’amicizia, la conoscenza. E’ difficile fare qualsiasi cosa in modo normale, istituzionale, il dibattito politico non si fa nelle aule parlamentari, ma ad Arcore, al Marriot Hotel di Copenaghen, nelle sale delle cappelle che inneggiamo blasfeme al Sacro Nome di Dio. 
Ma in nome dell’intelligenza che ci differenzia ( asseritamente ) dagli altri primati, non vediamo ciò che è a portata della nostra comprensione, non vediamo quanto sia più importante prevenire l’illiceità dei comportamenti di deviazione sociale del cittadino, che di doverli in seguito reprimere.

Nella nostra cultura gerontocratica, propria di un paese di anziani, abbiamo perso di vista completamente l’importanza della scuola, non vista nell’ottica dei calcinacci che piovono in testa agli scolari, ma da ciò e come viene loro insegnato. Imbottire le capocce degli studenti di crema alla scienza, non significa formare la futura donna, il futuro marito, la generazione successiva che reggerà le sorti del nostro paese. 
Peraltro, nell'attuale programma politico, nessuna delle fazioni ha mai presentato una riforma della scuola che possa realmente formare, come avviene nei paese del nord Europa.

La nostra politica è così miope da non vedere oltre il limitato terreno delle proprie ambizioni, per notare il problema di una scuola non più adatta a preparare il cittadino del nuovo secolo, imbrattata dal servilismo ad un sistema concepito non intorno alla formazione etica dei ragazzi, ma alla sterile assunzione di concetti, che mai diverranno solida educazione del cittadino ideale, come quello disegnato nella Nuova Atlantide, opera incompiuta da Francesco Bacone.

A voi la palla.



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