Bisanzio,
inizialmente una colonia greca conquistata dai Romani all’epoca di Silla nel I
Secolo A.C., fu rinominata Costantinopoli, in onore di Costantino, che
inizialmente la rinomino “Nova Roma ”,
ma presto ribattezzata Costantinopoli.
La ricca città, divenne centro
cruciale dell’Impero Romano d’Oriente, e perse la denominazione di “Bisanzio”.
Tintoretto La caduta di Costantinopoli |
Purtroppo ad oggi una situazione
simile si sta delineando nella politica e nella vita sociale del nostro paese. Il
recente scandalo dell’ Expo ha
nuovamente riacceso i riflettori dell’opinione pubblica sul problema della dilagante corruzione, come scrive
certo giornalismo del giorno dopo, con la scoperta dell'acqua calda.
Un po’ come negli anni passati,
si è pensato di ricorrere ad una normativa di emergenza,
nominare un commissario straordinario, promulgare nuove leggi, che si vanno ad
assommarsi alle 150.000 già esistenti, creando un neo bizantinismo nella
nostra piccola Italietta.
La normativa di emergenza è stata
sempre seguita da episodi criminali e da delitti eccellenti, come il delitto di Pio La Torre,
che spinse il legislatore nel 1982 a istituire la normativa sui sequestri dei
patrimoni patrimoniali (Legge 646/1982) e l'inserimento del “416 bis” c.p., di nuovo nel 1992, quando alle efferate stragi
che videro morire i giudici Falcone e
Borsellino, si istituì la Direzione
Investigativa Antimafia, e così via sino ai giorni nostri.
Nuovo
giro nuova corsa, siamo arrivati all’Expo, nuovi giri di vite (a
vuoto) contro la cosiddetta criminalità organizzata. Ma organizzata da chi ?
Il sistema culturale italico è
imperniato sulla cultura della raccomandazione,
sull’amicizia, la conoscenza. E’ difficile fare qualsiasi
cosa in modo normale, istituzionale, il dibattito politico non si fa nelle aule
parlamentari, ma ad Arcore, al Marriot Hotel di Copenaghen, nelle sale delle cappelle
che inneggiamo blasfeme al Sacro Nome di Dio.
Ma in nome dell’intelligenza che
ci differenzia ( asseritamente ) dagli altri primati, non vediamo ciò che è a
portata della nostra comprensione, non vediamo quanto sia più importante prevenire l’illiceità dei comportamenti
di deviazione sociale del cittadino, che di doverli in seguito reprimere.
Nella nostra cultura
gerontocratica, propria di un paese di anziani, abbiamo perso di vista
completamente l’importanza della scuola, non vista nell’ottica dei calcinacci che piovono in testa agli scolari,
ma da ciò e come viene loro insegnato. Imbottire le capocce degli studenti di
crema alla scienza, non significa formare la futura donna, il futuro marito, la
generazione successiva che reggerà le sorti del nostro paese.
Peraltro, nell'attuale programma politico, nessuna delle fazioni ha mai presentato una riforma della scuola che possa realmente formare, come avviene nei paese del nord Europa.
La nostra politica è così miope
da non vedere oltre il limitato terreno delle proprie ambizioni, per notare il
problema di una scuola non più adatta a preparare il cittadino del nuovo
secolo, imbrattata dal servilismo ad un sistema concepito non intorno alla
formazione etica dei ragazzi, ma alla sterile assunzione di concetti, che mai
diverranno solida educazione del cittadino ideale, come
quello disegnato nella Nuova Atlantide, opera
incompiuta da Francesco Bacone.
A voi la palla.
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